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lunedì 5 agosto 2013

Colli come educatore

Capitolo II



33. Nei QUADERNI POSTUMI di Colli c'è un breve ma enigmatico frammento, l'interpretazione del quale può condurre a un importante risultato: individuare su che cosa si fonda la «comprensione di Nietzsche» da parte di Colli.
«Sils-Maria. Vissutezze intense: la cascata. Comprensione di Nietzsche» (RE 814). Qui ogni parola è suggestiva: la comprensione del filosofo e il luogo, la forte emozione e l'immagine. Anche il fatto che esso si trovi «nell'unico manoscritto non filosofico», accresce l'interesse.
All'immagine della cascata Nietzsche ricorse quando volle rendere chiara l'indimostrabile proposizione di Talete «tutto è acqua». Egli consigliava di pensare a « ... un artista figurativo di fronte a una cascata, il quale veda nelle forme che gli balzano incontro una metamorfosi - artisticamente rappresentativa - dell'acqua in corpi di uomini e animali, maschere, piante, rocce, ninfe, grifoni, insomma tutti i tipi esistenti» (PHG 282). Attraverso la metafora Nietzsche recuperava l'intuizione metafisica di Talete, secondo cui «tutto è uno» e ogni cosa manifesta è un travestimento di qualcosa di nascosto. La stessa cosmogonia è disegnata da Colli in modo efficace con l'immagine della cascata che dovrebbe suggerirci Dioniso: « ... uno slancio insondabile, lo sconfinato elemento acqueo, il flusso della vita che precipita da una roccia su un' altra roccia, con l'ebbrezza del volo e lo strazio della caduta; è l'inesauribile attraverso il frammentarsi, vive in ciascuna delle lacerazioni del corpo tenue dell'acqua contro le aguzze pietre del fondo (SG I 16).
La cascata risulta essere un'immagine privilegiata, ad essa ricorre ancora Colli quando deve rendere visibile l'impulso ostacolato: «Come la cascata fermata da una roccia trasmette a questa un'energia. Così sorge il mondo dell'espressione. Ciò in cui si cambia l'impulso trattenuto è l'espressione (quindi seconda per natura - ma simultanea e congiunta)» (RE 40). Il frammento è ripreso in un aforisma (DN 191) in cui si discute proprio la tesi metafisica di Nietzsche.
Fin qui non sembrano esserci problemi interpretativi, poiché risulta documentato per immagini un legame dottrinale tra Nietzsche e Colli, senonché tra i due filosofi esiste un' affinità che va al di là dell'accordo su un' ipotesi. L'immagine evocata da Colli è quella contenuta nella poesia di Nietzsche Sul ghiacciaio (DD 131):
più rapida salta giù dalle rocce
la cascata, come per salutare,
ed eccola ferma, appassionata,
come bianca colonna abbrividente
Il momento culminante di questo quadro non è un impulso ostacolato. L'impetuoso fluire dell'elemento è colto qui per un attimo in sospensione. Un simile accadimento esprime una frase esemplare dello Zarathustra: «esitare come la cascata che precipitando esita ancora» (Za 128). Se a queste ultime immagini, più che alle altre, si lega la comprensione di Nietzsche, dobbiamo chiederei che cosa suggerisce queste esperienza. Alcuni versi di Colli, in cui è riconoscibile la citazione nietzscheana, ci forniscono la risposta:
lo sguardo sciolto dai legami
la visione che piega con un soffio
gli alberi svettanti,
il sorriso del dio che comanda
d'un tratto l'onda s'arresta
esita sognando sotto l'occhio
fermo di Apollo
- precipita dal ghiacciaio la cascata
e si rompono cento ruscelli
nella pianura sanguigna.
Se la vita è paragonabile all'incerto, sofferente e senza posa cadere dell'acqua sulle rocce, se il frantumarsi dell'elemento coincide con l' individuazione, con lo stato in cui «appannato è lo sguardo divino», allora l'onda che si arresta e che esita rappresenta il momento della contemplazione, del distacco.
Colli descrive ancora questa esperienza, adoperando lo stesso termine, sospensione, con cui indica la coincidentia oppositorum insita nell'archè (FE 51-3). «Quando emerge in noi la grande sospensione, quando siamo assaliti dall'emozione che paralizza, senza causa apparente, cade allora il sipario tra noi e le cose, rimane inavvertita la corporeità, si fanno lievi gli oggetti e i contorni perdono la loro fermezza» (DN 70).
Siamo giunti finalmente per una via insolita a individuare ciò su cui si fonda la comprensione di Nietzsche: la sospensione allude alla grandezza. Abbiamo dovuto ricorrere a queste acrobazie interpretative perché Colli ama nascondersi.
In Filosofia dell'espressione l'impulso ostacolato è descritto come un caso di memoria dell'irrappresentabile (FE 36); Colli ha lasciato dunque fuori dal «sistema» ciò che ha vissuto «senza sforzo, con lievità». In termini dionisiaci, ha manifestato il comando mentre ha nascosto il sorriso del dio.
Un «silenzio misterico» avvolge il suo intimo sentire.

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